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Category Archives: Endodonzia

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5 anni ago Endodonzia

Benzodiazepine per gli interventi endodontici

Benzodiazepine, la formula migliore per l’endodonzia

Le benzodiazepine possono essere utilizzate nei pazienti ansiosi durante gli interventi di endodonzia. Per calmare chi sta per subire un’operazione, è possibile somministrare il Valium gocce 5 mg (25 gocce è la dose sufficiente). In questo modo, il paziente entra in uno stato di rilassamento, che va a rinforzare l’anestesia precedentemente somministrata.

La procedura è detta sedazione lieve, di tipo ambulatoriale. È dunque facile utilizzare questo metodo in qualunque studio dentistico. Però, troppo spesso, non viene adottato con il paziente endodontico.

Sarebbe, in alcuni casi, fondamentale per lavorare bene. Anche chi è collaborativo, a causa dell’ansia, può diventare ingestibile. Ma con la sedazione orale diventa tranquillo, la terapia non deve essere più rinviata come invece accadrebbe in presenza di un paziente ansioso e agitato.

Gli endodontisti magari non considerano sempre il fatto che il paziente può sentirsi come aggredito durante l’operazione, visto che per loro è invece routine.

Così sale l’ansia, in particolare per chi soffre di questa patologia. È dunque da prendere seriamente in considerazione l’intervento farmacologico orale, addirittura provvidenziale e non pericoloso nella dose sopra indicata.

La benzodiazepina ha un effetto di ipnosi, è un ansiolitico oltre che sedativo.

Induce rilassamento muscolare scheletrico grazie al principio attivo del flunitrazepam, che rientra nei derivati benzodiazepinici. Anzi, è ritenuto il più potente insieme all’alprazolam e al clonazepam.

I metodi di sedazione

Nel caso del Valium di cui abbiamo già parlato, si tratta di una sedazione cosciente.

Con 25 gocce, infatti, non si addormenta il paziente. Due le alternative in odontoiatria: quella con protossido di azoto o gas esilarante, che il paziente respira utilizzando una mascherina appoggiata sul naso.

È sufficiente poco tempo per avvertire la sensazione di relax. Il secondo metodo prevede la somministrazione di comuni tranquillanti o ansiolitici, da somministrare per mezzo di uno specialista anestesista (ma non è indispensabile). Si tratta di una sedazione assolutamente sicura, spesso utilizzata quando è necessario rimettere tutti i denti in giornata, nei pazienti anziani, cardiopatici, diabetici e ipertesi.

La sedazione con benzodiazepine talvolta può indurre una leggera amnesia, relativa a quanto avvenuto durante la cura dentistica.

Rendendo ancora meno stressante l’esperienza per il paziente dal punto di vista mentale. L’unico inconveniente è non poter guidare un mezzo di trasporto dopo l’intervento.

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5 anni ago Endodonzia

Endodonzia: gli strumenti del terzo millennio | Ni-Ti (Nichel – Titanio)

Endodonzia

Il paziente non è più dipendente completamente dall’operatore grazie alle nuove tecniche di endodonzia che si sono evolute nel terzo millennio. Merito va soprattutto agli strumenti Ni-Ti (Nichel – Titanio) di ultima generazione.

Strumentazioni che danno, tra l’altro, la massima qualità dell’intervento nel minor tempo possibile. La possibilità di errore diminuisce sensibilmente, infatti, con la diminuzione dell’affaticamento dell’operatore.

Il risultato finale ha una qualità sempre più standardizzata.

Le capacità degli strumenti, fino a una decina di anni fa impensabili, non toglie che comunque la mente sgombra dell’endodontista sia sempre assolutamente fondamentale, dando per scontate le competenze.

Ecco, competenze più atteggiamento mentale vogliono dire risultato terapeutico assicurato. Perché questo accada c’è una preparazione che può essere considerata importante quanto l’operazione vera e propria.

Ci si deve organizzare per avere tutto a portata di mano per rendere più scorrevole e semplice il passaggio dei vari strumenti che servono.

Nel corso della preparazione che anticipa l’intervento vero e proprio è figura chiave pure quella dell’assistente endodontista. Tutto concorre a facilitare le manovre endodontiche per il paziente che si sottopone al trattamento canalare.

Che deve assolutamente garantire l’assenza di sintomi, la guarigione in caso di lesione apicale, la coerenza del manufatto protesico, con risultato non solo funzionale, ma anche estetico.

Possiamo in breve elencare quali sono gli strumenti che un endodontista è meglio abbia oggi. Tra questi troviamo i PathFile, che permettono di eseguire correttamente il glide path, ossia creare un tunnel senza impedimenti direttamente dall’orifizio canalare alla camera pulpare e al forame apicale, fino a un diametro di 15 – 20.

I PathFile sono stati i primi strumenti rotanti Ni-Ti per creare il tunnel di cui abbiamo appena parlato. Fino a pochi anni fa, questa ultima fase di lavoro si doveva fare necessariamente con le mani. Con la possibilità di fare danni: gradini, tappi di dentina, false strade.

La maggior parte dei canali si possono preparare utilizzando esclusivamente gli strumenti X1 e X2. Ma sono cinque quelli disponibili in lunghezze diverse, ci sono infatti anche le lime X3, X4 e X5.

Hanno dimensioni e conicità 17/04, 25/06, 30/07, 40/06 e 50/06. Se X1 e X2 hanno le conicità crescenti e decrescenti lungo le lame, le X3, X4 e X5 hanno conicità fissa per i primi tre millimetri delle lame, poi decrescenti.

Naturalmente, a seconda dello strumento che viene utilizzato, si taglia una porzione diversa. Il che permette all’operatore, utilizzando pochi strumenti, di creare irrigazione e otturazione in maniera ottimale.

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Corone dentali: ricerca olandese sulla longevità

CORONE DENTALI

Quelle in area mascellare hanno dimostrato un grado di fallimento superiore di quelle posizionate in zona mandibola

Le corone dentali sono costose, dunque i pazienti si aspettano che durino a lungo. Nel luglio di quest’anno, sul ‘Journal of Dentistry‘, è stata valutata proprio la longevità delle corone singole, posizionate da otto dentisti olandesi, per cercare i fattori di rischio associati ai fallimenti delle relative corone dentali.

Il lavoro è stato particolarmente lungo: gli autori hanno infatti analizzato 3.404 corone singole in 1.557 pazienti, eseguite tra il 1996 e il 2011.

Sono stati quindi calcolati i tassi di fallimento annui (Afr) e tutte le variabili associate ai fallimenti (successo e sopravvivenza delle corone dentali) sono state studiate con l’analisi di regressioni di Cox.

Andiamo a scoprire i risultati di questa ricerca.

La maggior parte delle corone dentali valutate erano rappresentate da metallo-ceramica Pfm (63,8%) su molari (58,1%) e in denti non trattati endodonticamente (65,4%).
Tempo di osservazione dei restauri: da tre settimane a 11 anni, media di sette anni.

Il tasso medio di fallimenti annui, a 11 anni, è stato del 2,1% e dello 0,7% per il successo e la sopravvivenza delle corone. Il fattore più rischioso per la longevità delle corone dentali singole è stato la presenza di un trattamento endodontico.

Le corone dentali singole sui denti in area mascellare hanno dimostrato un grado di fallimento superiore rispetto a quelle posizionate in zona mandibola. Un rischio maggiore del 25% è stato osservato nelle corone degli uomini rispetto a quelle delle donne.

In conclusione, le corone singole garantiscono un successo accettabile e soddisfacente a distanza, con tassi di sopravvivenza più longevi, principalmente dipendenti dall’esperienza dell’operatore.

I denti trattati endodonticamente sono invece un fattore di rischio alto per le corone sovrastanti, il che porta a maggiori fallimenti.

A livello clinico, le corone protesiche singole danno buone garanzie di sopravvivenza a lungo termine, sia quelle in metallo-ceramica sia in metal-free.

Altri studi, però, hanno dimostrato una prestazione leggermente inferiore da parte di alcuni tipi di corone in ceramica integrale rispetto a quelle in metallo ceramica Pfm.

Nei settori masticatori, è meglio optare per le corone dentali tradizionali.

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