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Category Archives: Estetica Dentale

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Sbiancamento dei denti: il laser a led e le altre tecniche

Perché i denti non restano bianchi? Perché si macchiano? La prima causa è l’invecchiamento, che ha effetti su tutto il nostro corpo. Poi ci sono i cosiddetti agenti esterni: inquinamento, fumo, cibo e bevande. I denti sono particolarmente sensibili al passare del tempo che li trasforma da bianchi in gialli, grigi e con macchine scure. È in realtà errato dire che sono i denti a ingiallire, sarebbe meglio dire la dentina. È questa che perde con il tempo la brillantezza, lo smalto che la ricopre non riesce più a fare da ‘tendina’ e fa trasparire dunque l’ingiallimento.

In un momento successivo, lo smalto assorbe i residui di cibo, la caffeina, il tabacco e così i denti, poco alla volta, diventano gialli e grigiastri, con macchie scure sulla superficie. Per eliminare il problema, esiste lo sbiancamento, che viene effettuato professionalmente dai dentisti. Serve sia per l’ingiallimento dovuto al trascorrere del tempo, sia per l’aggressione degli agenti esterni.

Lo sbiancamento funziona in particolare per eliminare le macchie e il colore giallo, causati da tartaro e placca, fumo e tabacco che contengono nicotina e catrame, due sostanze dannosissime per il colore naturale dei denti. Ma lo sbiancamento dentale funziona anche contro il tannino contenuto nel tè, la caffeina e il vino rosso, gli antibiotici, le macchie bianche causate da farmaci, l’eccesso di fluoro, i fattori genetici ed ereditari.

Che cos’è la tecnica laser a led

Nel 2019 ha preso piede una nuova tecnica per sbiancare i denti. C’è il laser a led, che coesiste tuttora con quello meccanico e utilizzando alcune sostanze. I denti, avendo uno strato poroso, assorbono e subiscono nel tempo gli effetti degli agenti esterni di cui abbiamo già parlato. Con lo sbiancamento si torna più giovani nell’aspetto. In realtà, il bianco più richiesto in Italia e nel mondo è quello color porcellana, pur se innaturale.

Vediamo come funzionano le diverse tecniche utilizzate dai dentisti. Lo sbiancamento meccanico prevede l’utilizzo di sostanze come pomice e bicarbonato, in grado di eliminare macchie gialle e brunastre. Questa tecnica non è in grado però di regalare brillantezza e bianco naturale a tutta la dentatura. Solitamente, si usa come preparazione per lo sbiancamento con sostanze decoloranti, a cui si somma la pulizia per eliminare tartaro e placca.

Ci possono essere controindicazioni ed effetti collaterali. Per sbiancare, vengono usate infatti sostanze aggressive come perossido di idrogeno e carbammide, in grado di penetrare in profondità. Cosa può accadere usando queste sostanze? Maggiore sensibilità dentale, solitamente per 2-3 giorni dopo l’effettuazione della tecnica, ma se ci sono otturazioni anche per mesi con disagi e dolori. Gengive che bruciano e irritate se la sostanza utilizzata viene direttamente a contatto con la mucosa gengivale. Solitamente, si può ovviare a questo inconveniente utilizzando mascherine di precisione, costruite su un apposito stampo individuale.

Passiamo all’uso del laser a lampade led. I risultati sono buonissimi, gli effetti collaterali pochissimi. Non può essere usato se il paziente soffre di piorrea e per chi ha denti troppo rovinati o sensibili. E ancora: per le donne incinte e per chi è allergico alle sostanze presenti nel gel sbiancante. Si usa il laser a diodi, ad Argon, a Co2 (che innalza la temperatura all’interno del dente e che può causare pulpite). Tutti i trattamenti di cui abbiamo parlato hanno durata ed efficacia che va da uno a due anni. A distanza di 24 mesi, ci si può sottoporre a un’altra seduta di sbiancamento.

I migliori specialisti di sbiancamento dentale si trovano a Livorno.

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Educazione all’igiene orale: il progetto nelle scuole elementari

Portare l’educazione all’igiene orale direttamente nelle scuole elementari. Ci ha pensato Colgate, azienda leader nel settore, con lezioni tenute da professionisti del settore presso gli istituti scolastici, ma anche gli studi odontoiatrici e in eventi pubblici organizzati in tutta Italia.

L’obiettivo è insegnare quant’è importante la corretta salute orale per poter avere splendidi sorrisi tutti i giorni. Ai giovanissimi vengono offerte indicazioni per incentivare la corretta igiene dentale, promuovendo la prevenzione delle malattie del cavo orale attraverso semplici gesti di tutti i giorni. Bisogna abituare l’essere umano, fin da bambino, che le sane abitudini di vita sono il primo passo per stare in salute. La cattiva igiene orale provoca problemi direttamente nell’apprendimento del bambino e può poi coinvolgere l’intera famiglia.

L’importanza dell’igiene orale

Avere invece i denti e le gengive sane impatta sulla salute generale, sull’autostima, sullo sviluppo del linguaggio, su quello sociale, sulla fiducia in se stessi e sulla comunicazione delle emozioni. Il programma educativo si chiama ‘Sorrisi Smaglianti Futuri Brillanti‘. A livello mondiale sono stati già raggiunti più di un miliardo di bambini dal 1991 a oggi. Il prossimo obiettivo è arrivare a 1,3 miliardi entro il 2020. In Italia, sono sei anni che funziona questo piano educativo, sono stati raggiunti 580 mila bambini. Da quest’anno il programma ha integrato la nuova campagna Colgate, ‘Handwashing‘, per sensibilizzare bambini e genitori sull’importanza di lavarsi le mani per evitare la diffusione di germi.

Per aderire al progetto si può telefonare allo 06 69409550 (dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16) o mandare una email all’indirizzo info@colgatescuola.it, lasciando i propri recapiti per essere poi richiamati dalla segreteria organizzativa e concordare insieme gli estremi della lezione. Colgate mette a disposizione un kit composto da:
– materiale didattico a supporto del dentista/igienista per l’insegnamento ai bambini;
– materiale ludico-educativo per i bambini (compreso un cartone animato “Supereroi dei denti”);
– lettera informativa per i genitori;
– diploma di partecipazione al progetto, da distribuire agli alunni al termine della lezione;
– Leaflet “handwashing” con indicazioni per lavarsi le mani.

I migliori professionisti dell’igiene orale per bambini li trovi a Grosseto

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Faccette dentali: ecco quanto costano

Quanto costa una faccetta dentale? Ricordiamo che le faccette dentali sono dei rivestimenti che coprono gli inestetismi della dentatura, dovuti a cause come la cattiva masticazione o la scarsa igiene orale: copre i denti storti o ingialliti o troppo lunghi. Insomma, esteticamente è un toccasana per il sorriso la faccetta dentale. I materiali in cui è fabbricata sono la porcellana, la resina e la ceramica. Serve a evitare interventi più invasivi e costosi come l’implantologia e si rende necessaria quando il laser sbiancante non dà risultati.

Il prezzo dipende naturalmente dal professionista a cui ci si rivolge, ma in Italia – che siamo a Milano oppure a Roma – non differisce più di tanto. Può cambiare invece se ci si rivolge a studi di provincia o low cost. Dipende anche dal materiale che si utilizza, ma il range va dai 200 ai 550 euro per faccetta. Una spesa non da poco, ma di certo inferiore a un impianto, che costa mille euro a dente. La tecnologia permette oggi di non dover cambiare faccetta dentale per almeno 15 – 20 anni, contro i 10 di qualche anno fa. Anche in questo caso, molto dipende dal corretto posizionamento da parte del dentista, dalla qualità buona o meno buona dei materiali, dalla professionalità del laboratorio, dalla collaborazione del paziente nel momento in cui dovrà salvaguardare la faccetta con la giusta igiene orale. E, naturalmente, dalle visite periodiche che dovranno essere effettuate negli anni.

Quando ricorrere alla faccetta dentale e quando no

Dunque, ecco quando potete ricorrere alla faccetta dentale con ottimi risultati: quando c’è alterazione nel colore e nello smalto dei denti, quando l’allineamento dentale non è ottimale, quando i denti sono separati da diastema (l’intervento può essere effettuato solo se lo spazio tra un dente e l’altro non è eccessivo), quando i denti sono resistenti alle tecniche laser di sbiancamento. Ma le faccette dentali possono essere usate anche per denti spezzati o per correggerne la forma, per una ricostruzione estesa (tutta l’arcata o entrambe le arcate).

Quando ve lo dirà il dentista – dunque come detto anche dopo 15 – 20 anni – le faccette dentali vanno sostituite obbligatoriamente. C’è anche qualche controindicazione: la faccetta dentale è un intervento irreversibile, ovvero non si può tornare indietro; siccome viene rimossa una piccola parte dello smalto, il dente diventa più sensibile al caldo e al freddo. Infine, non sono indicati questi trattamenti per chi soffre di gengiviti, piorrea, bruxismo e carie. La limatura indispensabile per posizione la faccetta potrebbe infatti causare la spaccatura del dente malato o anche della faccetta stessa poco dopo il suo fissaggio.

I migliori professionisti per l’applicazione delle faccette dentali sono a Pisa.

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Estetica dentale: il 20% degli under 30 ha i denti troppo lunghi

Un giovane su cinque ha i denti troppo lunghi. Ossia, il tessuto gengivale si è ritirato e ha lasciato troppo scoperto il dente. Il problema è molto sentito e diffuso e, in questi casi, si può fare ricorso alla chirurgia plastica, che non solo migliora corpo e volto, ma anche il sorriso. Questi temi sono stati affrontati durante il 19esimo convegno della Società italiana di Parodontologia e Implantologia (Sidp). Si è parlato in particolare di come fare per rendere l’intervento meno invasivo e fastidioso per il paziente.

Il presidente della Sipd, Luca Landi, ha detto: “La recessione gengivale è un problema che colpisce una fetta importante della popolazione, almeno l’80 per cento degli over 65. Ma non risparmia i giovani: ne presenta almeno una il 20% degli under 30 e ben il 50% degli under 40”. Numeri che non possono lasciare indifferenti. Quali sono le cause del ritiro della gengive? Tante, non soltanto una. Come ha precisato ancora Landi: “Può dipendere da un tessuto gengivale particolarmente sottile, ma anche dall’abitudine di spazzolare i denti troppo vigorosamente con lo spazzolino”.

Caratteristiche fisiche, dunque, ma anche cattive abitudini di igiene orale, tanto che ogni buon dentista ha il dovere di insegnare al paziente come pulirsi i denti senza procurarsi danni. Quando i denti sono troppo lunghi, deve intervenire il chirurgo plastico, con un’operazione ambulatoriale e in anestesia locale. In cosa consiste l’operazione?

Come si fa l’operazione e quando è consigliabile

Nello spostamento del tessuto, che viene prelevato dal palato e innestato sulle gengive. Landi avverte: “Sta offrendo risultati promettenti anche l’utilizzo di materiali biologici innovativi per la medicina rigenerativa, che evitano il prelievo palatale, rendendo il trattamento meno invasivo”. Bisogna però fare attenzione: non tutte le recessioni gengivali vanno trattate.

Si consiglia di farlo nei casi in cui l’estetica compromessa generi particolare insicurezza, ovvero quando i denti appaiono troppo allungati a causa della gengiva che si ritrae”. Il gioco deve valere la candela: “L’intervento è consigliato anche nei casi in cui vi sia particolare sensibilità gengivale a causa del colletto lasciato scoperto. Ma anche, e soprattutto, qualora di debba affrontare una cura ortodontica per correggere l’affollamento dentale, così come nei casi di parodontite che, se non trattati, possono portare poi a un peggioramento”.

In tutti gli altri casi, non è strettamente necessario ricorrere al chirurgo plastico. Naturalmente, c’è libertà di scelta da parte del paziente, che vorrebbe anche solo poter migliorare il proprio sorriso. Anche ricorrendo dunque all’intervento.

I professionisti di estetica dentale li trovi a Massa Carrara.

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Allineamento dei denti: fino a che età è possibile?

C’è un’età limite per correggere i denti storti? Entriamo nel campo dell’estetica dentale, che interessa sempre più persone. Desiderose di sapere se sono ancora in tempo per correggere l’allineamento dentale. Più in generale, si tratta di un quesito che la società contemporanea pone a tutti: come possiamo apparire belli? Di conseguenza, c’è stato un forte aumento nella richiesta delle terapie giuste per migliorare il sorriso, che deve essere usato nei selfie, in particolare. Ma anche nella comunicazione vis-a-vis.

Ecco: se prima erano i bambini a richiedere questa terapia ortodontica (e, per loro, i genitori), oggi sono sempre di più gli adulti a volere un sorriso impeccabile. Ma possono ancora riuscirci? La risposta è sì. I denti storti si possono allineare a qualsiasi età utilizzando le stesse tecniche usate per i bambini. La procedura che va per la maggiore è quella dell’ortodonzia fissa, che viene realizzata con attacchi fissati temporaneamente ai denti e un filo a memoria di forma che permette alla nostra dentatura di tornare (o di essere per la prima volta) allineata.

Quanto dura? Solitamente si va da uno a due anni, con controlli dal dentista che devono essere periodici. Bisogna essere consapevoli che questo non è un intervento che passa inosservato. Si può optare per gli attacchi in ceramica, che più facilmente si ‘nascondono’, ma non scompaiono. Ma allora da adulto devo girare con l’apparecchio è la domanda successiva che nasce spontanea? No, esiste un’alternativa non visibile, non sempre possibile. Si chiama ortodonzia fissa linguale: gli attacchi e il filo si posizionano sulla superficie intera dei denti: nessuno li noterà. La terapia ha la stessa durata: da 12 a 24 mesi.

La terza via per l’allineamento dei denti

C’è poi la terza via, più moderna. È utilizzata da pochi anni. Si procede all’allineamento dei denti attraverso le mascherine allineatrici trasparenti, che vengono indossate nella bocca come si trattasse di tanti bite. Si creano in laboratori specifici, in serie numerata, attraverso un sistema governato da un software. L’allineamento è possibile cambiando mascherina ogni 15-20 giorni. Di che materiale sono fatte queste maschere? Sono in resina trasparente, quindi invisibili all’esterno. Bisogna però tenerle almeno 23 ore al giorno, dunque vanno tolte esclusivamente per il tempo in cui si mangia e in cui ci si lava i denti.

Tre possibilità, dunque, per allineare i denti a qualsiasi età. Tenendo presente che ogni caso è diverso in età adulta. E dipende dalle condizioni cliniche di partenza, ma soprattutto dalla collaborazione e dalle motivazioni del paziente, trattandosi di terapie comunque lunghe e dispendiose.

I migliori specialisti di estetica dentale sono a Grosseto.

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Odontoiatria conservatrice: a Roma un excursus dagli anni ’80 a oggi

Nel mese di febbraio, a Roma, si è tenuto il 23esimo congresso nazionale della Società italiana di odontoiatria conservatrice (Sidoc), dal titolo ‘Biological esthetic dentistry: odontoiatria estetica biologicamente guidata”. Un vero e proprio percorso per capire il perché degli orientamenti moderni in chiave estetico-ricostruttiva.

Il presidente della Sidoc nonché docente di Odontoiatria conservativa all’Università romana di Tor Vergata Vincenzo Campanella, spiega: “Il punto di partenza è un excursus sull’odontoiatria conservativa dagli anni ’80 a oggi. Quando si è imparato il rigore nelle geometrie e il conservatore ha maturato quella precisione nelle preparazioni meno invasive e ha imposto l’atteggiamento adesivo e minimamente additivo sia nei settori anteriori sia in quelli posteriori”.

Sono passati gli anni, con il cambiamento nelle tecniche e le nuove sperimentazioni cliniche, è mutato anche il modo di pensare del restauratore: “Il ‘pensare adesivo’ è figlio di soluzioni nuove clinicamente ottime, come nel caso di compositi e adesivi di ultima generazione, materiali in ceramica capaci di simulare alla perfezione il comportamento estetico e funzionale della dentatura, anche a spessori minimi e in molti casi applicati senza alcuna preventiva preparazione”.

Il rinnovamento dell’odontoiatria conservativa

L’odontoiatria conservativa si è insomma rinnovata: “Oggi si usa come modello per lo sviluppo del concetto di odontoiatria ed estetica biologicamente guidata, anche nel caso in cui ci sia bisogno di manovre cliniche più complesse”. Aiutano, e molto, le nuove conoscenze sui tessuti dentali: “In caso di traumi, la perdita accidentale di tessuto dento-alveolare richiede un approccio multidisciplinare; grazie a ciò che ci sa oggi, si impone un atteggiamento biologico”.

Al Congresso hanno partecipato anche la Società italiana di traumatologia dentale (Sitd) e la Società italiana di odontoiatria infantile (Sioi). È stato sviluppato il concetto biologico anche nella tecnica della gestione protesicamente guidata dei tessuti molli, a chiusura del congresso. E ancora: l’estetica, la salute e la stabilità dei tessuti intorni ai restauri protesici. La gestione del tessuti extra-orali, periorali. Ogni cosa che ottimizza la ricerca estetica. In collaborazione con la Società di medicina estetica odontoiatrica (Simeo), si è dato ampio spazio alle possibilità terapeutiche, ai materiali e alle tecniche a supporto dell’odontoiatria conservativa-estetica.

I migliori professionisti dell’estetica dentale si trovano a Pisa.

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Lo sbiancamento dentale, l’amico dell’estetica

Il sorriso, questo sconosciuto. Si sorride sempre di meno e, a volte, lo si fa per la vergogna di mostrare la propria dentatura. Anche per questo motivo, l’estetica è uno dei settori che vanno per la maggiore pure quando si parla di bocca. In questo senso, bisogna considerare molto lo sbiancamento dentale che, se fatto con regolarità, permette di avere sempre un sorriso splendente. A qualsiasi età.

Grazie allo sbiancamento dentale si arriva ad avere una dentatura del colore originale. Purtroppo, talvolta, una dentatura non perfetta non dipende dall’igiene della bocca. Può esserci alla base una predisposizione genetica. Oppure la cattiva alimentazione, l’uso troppo spesso di caffè, tè, liquirizia. Naturalmente, non aiuta il fumo della sigaretta che, alla lunga, annerisce i denti. Siccome ad alcune cose è difficile rinunciare, il consiglio che arriva da tutti gli odontoiatri è di sottoporsi regolarmente all’operazione di sbiancatura dentale. Ossia alla pulizia dei denti. E poi, non ultimo, di lavarseli periodicamente e con gli strumenti migliori. Sarebbe bene cambiare lo spazzolino ogni tre mesi, ma quanti sono quelli che lo fanno?

Sbiancamento dei denti e pulizia: le differenze

A proposito, stiamo parlando di sbiancamento dei denti e di pulizia dentale come se fossero sinonimi, ma non lo sono affatto. Anzi, prima dello sbiancamento va fatta un’accurata pulizia, detta anche detartrasi. Solo in questo modo verranno eliminati veramente placca, tartaro e pigmentazioni esterne.

Insomma, prendersi cura del proprio sorriso è una cosa basilare. Per piacere e per piacersi. Per evitare malattie. Per poter sorridere più spesso e più facilmente. Bisogna naturalmente fare attenzione a chi ci si rivolge. Non tutte le strutture sono uguali. Chiaramente, ci sono studi odontoiatrici con maggiore esperienza che possono svolgere al meglio il lavoro. Fate attenzione anche alle tecnologie che vengono utilizzate, se sono tra le più moderne oppure no. Alla qualificazione del personale dello studio. E a quanto venite considerati al centro, creando così anche empatia con la persona che materialmente lavorerà nella vostra bocca. E che comprenderà meglio di tutti le vostre esigenze.

Non dimenticate di fare domande, di chiedere quali sono i rimedi migliori per tornare ad avere un sorriso smagliante. Seguite le indicazioni che vi vengono date per quando sarete a casa. E, dopo ogni pulizia dentale con sbiancamento, fissate già l’appuntamento per quella successiva. Sarà un incentivo in più per tornare. Con sempre maggiore fiducia nel professionista.

I migliori professionisti dell’estetica dentale si trovano a Perugia.

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Gli italiani tornano a curarsi i denti | Il 91% è soddisfatto del proprio dentista

Il 91% è soddisfatto del proprio dentista. Dopo la grande fuga dovuta alla crisi, c’è una ripresa nelle spese per visite e cure

Il 91% dei cittadini italiani è soddisfatto del proprio dentista. Ci sono però 17 milioni di persone che non fanno le visite di controllo (saliamo al 70% per la fascia d’età 6-14 anni), 3,7 milioni coloro che scelgono lo specialista esclusivamente in base al costo basso, senza considerare dunque la qualità e la sicurezza.

Nel 2016 c’è stata comunque una ripresa solida di spesa privata per il dentista. Durante gli anni della crisi, c’era stata una sorta di fuga. C’è stato un guadagno del 9,3% rispetto al 2014 e siamo arrivati a 7,8 miliardi di euro di spese per visite e cure.

L’85,3% degli italiani ha un dentista di fiducia (86% dei millennials, 85,3% dei baby-boomers, 84,7% degli anziani). Il 74,8% ha uno studio privato libero professionale, il 5,8% lavora in una catena con marchio, il 4,8% in una struttura pubblica.

Per scegliere il dentista, la prima discriminante è la fiducia (63,1% indica proprio questa qualità). Al secondo posto c’è il costo (26,3%). Poi la qualità dei materiali utilizzati e delle tecnologie (20,8%), la vicinanza dello studio e la comodità per raggiungerlo (17,1%), le facilitazioni nei pagamenti (11,4%).

La ricerca è del Censis ed è stata fatta in collaborazione con l’Andi, Associazione nazionale dentisti italiani.

Come già visto, il 91% di chi si è rivolto a un dentista è rimasto molto o abbastanza soddisfatto; l’81% di chi va dal dentista si aspetta che rispetti i criteri di qualità, appropriatezza e sicurezza come per le altre specialità mediche.

Gli italiani non andrebbero mai dal dentista come per acquistare un qualsiasi prodotto commerciale. Il migliore resta quello con il proprio studio: genera fiducia, viene considerato un bravo medico e, se necessario, permette la rateizzazione dei pagamenti.

Sono le persone benestanti quelle che più vanno a curarsi (75,6% almeno una volta nel corso dell’anno contro il 57,2% dei non abbienti), i laureati (62,2% contro 45,6% di chi ha titoli di studio inferiori).

Il 38,1% dei non abbienti non fa mai una visita di controllo (contro il 22,7% dei benestanti), così come il 36,4% di chi ha la licenza media (contro il 29,8% dei laureati). Nell’ultimo anno, 3,7 milioni di italiani hanno acquistato cure odontoiatriche cercando esclusivamente il prezzo basso.

Purtroppo, ci sono 600 studi abusivi, individuati nei 2 mila controlli effettuati da gennaio 2015 a novembre 2017.

Tra i 17 milioni di italiani che mai ha fatto una visita di controllo dal dentista, 3,7 milioni cono millennials. Un milione di nostri concittadini, addirittura, non è mai andato in vita sua da un dentista.

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Selfie con il sorriso: i rimedi casalinghi meglio della chirurgia

Selfie – la moda del sorriso!

I selfie, la grande moda social. Grazie ai programmi e alle applicazioni per ritoccare le foto, spesso riusciamo a ottenere visi e dentatura perfetti. Ma i ricercatori e i medici americani lanciano l’allarme: “Non riuscire più a inviare un selfie senza filtrarlo o senza ritoccare anche solo il colore dei denti favorisce disturbi psicologici e spinge al ricorso alla chirurgia estetica”.

L’articolo è uscito sul Jama Facial Plastic Surgery, a firma di ricercatori e medici dell’università di Boston. Se prima erano solo le star a ritoccare le foto, oggi il livello di perfezione è alla portata di tutti. Anche se nessuno, poi, nella realtà è perfetto.

“L’onnipresenza di queste immagini modificate può avere un impatto sull’autostima, far sì che non si abbia una buona percezione di sé nel mondo reale. E agire come detonatore, portando a un disturbo dismorfofobico”.

Insomma, la preoccupazione sale, ci si vede meno belli. I difetti si percepiscono maggiormente.

Diventa una malattia, che rientra nei disturbi ossessivo-compulsivi. Si cerca a tutti i costi di cambiare il proprio aspetto, ricorrendo a interventi, a volte anche non necessari. Siccome i nostri denti, il nostro sorriso sono un po’ la nostra carta d’identità, ecco che si interviene principalmente su di loro. Per il selfie, però, non per la salute.

Secondo un’inchiesta dell’Accademia americana di chirurgia plastica e ricostruttiva facciale, nel 2017 più di uno su due (55%) dei chirurgi plastici riferisce di pazienti che hanno chiesto il ritocchino semplicemente per essere migliori davanti alla fotocamera. Nel 2015 eravamo fermi al 42%.

Piuttosto singolare che, proprio chi più usa i social e quindi più sa su come filtrare l’immagine tramite app, alla fine decida comunque di cambiarsi i connotati tramite chirurgia plastica. Partendo dal sorriso.

Che, per inciso, può essere migliorato anche con rimedi naturali. Per esempio, per sbiancare i denti si può usare l’acqua fredda, l’aceto di mele o l’olio di cocco. Lo usa pure Gwyneth Paltrow. Che ha confessato di aggiungere l’olio di cocco al dentifricio o ai risciacqui finali invece del colluttorio.

Stessa cosa dicasi per un’igiene dentale costante, visite periodiche dal dentista. Ma ci sono pure dentifrici o spazzolini a base di carbone vegetale con azione anti-macchia. Chiamateli pure rimedi della nonna e nuovi prodotti che una volta non c’erano. Di sicuro, sono meglio della chirurgia plastica o facciale.

Il Daily Mail riferisce di dentisti che hanno mandato i pazienti quando hanno saputo il motivo per cui si erano presentati in studio: “Il problema con i selfie è che sono scattati a distanza ravvicinata e, quindi, le immagini possono risultare distorte, con i denti che appaiono più sporgenti di quanto invece non siano, anche a causa del flash che enfatizza difetti inesistenti”.

Parole e musica di Tim Bradstock-Smith, direttore della London Smile Clinic. Lui stesso ha ammesso di mandare a casa coloro che vengono senza problematiche dentali reali.

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Denti spezzati trattati con staminali: la polpa si rigenera

Denti spezzati: le nuove tecniche di rigenerazione

I denti spezzati possono ricrescere. La scoperta è stata fatta da un’equipe di odontoiatria infantile, che ha lavorato utilizzando cellule staminali prelevate dalla radice dei denti da latte dei bambini al fine di rigenerare elementi permanenti che si erano rotti.

La ricerca è stata effettuata alla Quarta Università di Medicina di Xi-an, in Cina. Il team era composto da Songtao Shi (Università della Pennsylvania), Yan Jin, Kun Xuan e Bei Li.

Poi è stata pubblicata su ‘Science Translational Medicine’. Inutile dire che si tratta di uno studio che può avere svariate applicazioni.

Infatti, quando un bambino che sta giocando cade, rovinandosi la bocca, c’è il rischio che la botta vada a colpire un dente permanente in formazione. Il che può impedire l’afflusso di sangue e il conseguente sviluppo della radice.

Come funziona

Dopo l’infortunio, però, si possono ripristinare tutti gli elementi a livello di polpa, dentina, smalto, legamenti, connettivo, circolazione sanguigna e terminazioni nervose. Riparare quindi interamente il danno.

Shi spiega il lavoro così: “Questo trattamento restituisce ai pazienti il sorriso, la sensibilità. Scongiura la devitalizzazione. Possono sentire di nuovo il caldo e il freddo, hanno di nuovo denti vivi”. Prosegue: “Finora abbiamo dati di follow-up per due-tre anni e abbiamo dimostrato che questa è una terapia sicura ed efficace”.

Shi lavora da dieci anni circa sulle possibilità delle cellule staminali dentali. Tutto nacque dopo averle scoperte nei denti da latte di sua figlia.

Cristiano Tomasi, associato presso il dipartimento di Parodontologia dell’Università svedese di Goteborg, nonché membro della Società italiana di Parodontologia e Implantologia (SIDP), dice: “Se nei bambini una caduta porta a una frattura, può succedere che il nervo del dente resti esposto parzialmente”.

Cosa che può provocare un’infezione e, quindi, alla devitalizzazione del dente stesso. Finora, per evitare questo inconveniente, si cercava di mantenere la polpa vitale con l’incappucciamento della polpa, riempiendo se possibile la cavità con materiale artificiale in grado di far ricostituire la dentina.

Un processo chiamato ‘apecificazione’ che, però, non sempre portano a guarigione completa di dente e radice.

Ecco perché la ricerca cinese-americana è in grado di rivoluzionare la situazione. Lo studio è stato compiuto su 40 bambini cinesi con incisivo permanente danneggiato; 30 sono stati sottoposti al trattamento con staminali, gli altri 10 con apecificazione.

Dopo 12 mesi, sono stati controllati tutti e 40. Soltanto i denti di chi era stato curato con le staminali aveva di nuovo sensibilità. Facendo ulteriori indagini, si è scoperto che le cellule staminali avevano portato alla rigenerazione di varie parti della polpa dentale.

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