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Category Archives: Estetica Dentale

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Il colore dei denti: dalle nuove tecnologie alle scale cromatiche

Colore dei denti: le nuove tecnologie

Può un colore sembrare uguale a un altro sotto una determinata luce ed essere in realtà diverso nella realtà? Sì, può. E in alcuni campi, come quello odontoiatrico, può diventare un limite.

Ecco perché ci sono dei consigli, per così dire universali, che permettono di rilevare correttamente il colore della dentatura.

La prima cosa da fare è eseguire l’operazione in luce ambiente o, comunque, con lampade normalizzate. Non è si deve mai puntare la lampada dritta sulla bocca del paziente.

È meglio lavorare in un ambiente neutro e chiedere a chi sta per essere ‘osservato’ di togliere rossetto e cosmetici. Meglio ancora: coprire gli abiti con colori accesi.

Non serve soffermarsi troppo sul dente, anche se questo va guardato da diverse angolazioni. La scelte deve essere effettuata rapidamente.

Gli occhi, infatti, si affaticano man mano che passa il tempo e, dunque, possono vedere diversamente già dopo 5-7 secondi. In questo caso, la prima impressione è quella che conta maggiormente.

Strumenti nuovi e strumenti utili

Naturalmente, con il passare degli anni, gli studi odontotecnici sono stati raggiunti dalle nuove tecnologie, che aiutano moltissimo. Dalla fotografia digitale alla spettrofotometria e alla colorimetria. Ma l’occhio clinico può essere davvero importante.

Anche con questi ausili. Tanto più che molti libri sull’argomento spiegano che , in ambito restaurativo e protesico, è comunque meglio non lasciare che la scelta sia fatta a insindacabile giudizio dell’odontoiatra.

Esistono degli strumenti appositi, comparsi sul mercato proprio per ridurre o eliminare imperfezioni o incongruenze.

Le scale colori che vengono utilizzate un po’ in tutto il mondo sono Vitapan classical e tutte le sue derivazioni. Grazie a questo strumento, si possono confrontare le varie ‘palette’ con i denti in esame.

Va da sé che, successivamente, la stessa casa ha introdotto scale colore potenziate: Vitapan 3D Master, Toothguide, Bleachedguide, Linearguide.

Oggi, nonostante le nuove tecnologie di cui abbiamo già parlato, le scale colori sono ancora utilizzate. E forniscono all’odontoiatra utili indicazioni sulle scelte da attuare sul paziente.

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Pulizia dei denti: operazioni e strumenti necessari

Pulizia dei denti: scopri come

Pulirsi i denti è un rito. E, come tale, prevede alcune operazioni da eseguire in un certo modo. Ne va della corretta igiene della bocca. Proprio perché è una parte così importante del nostro corpo, va curata però nel modo giusto. Iniziando dallo spazzolino.

Guai a sbagliarlo. Uno troppo duro rischia non solo di danneggiare lo smalto dei denti, ma anche le gengive. Consigliato, dunque, uno spazzolino con setole in nylon, durezza media e testina piccola. Quest’ultima permette di pulire bene anche la parte posteriore della bocca.

Lo spazzolino elettrico è ‘in’, ossia si può usare al posto di quello manuale, assicurandosi sempre di utilizzarlo nel modo giusto.

Potete scrivervelo sul calendario o sullo smartphone, l’importante è non dimenticarlo: ogni tre mesi lo spazzolino andrebbe sostituito perché le setole, usate, perdono la forma iniziale e anche l’efficacia.

Ancora: sciacquare lo spazzolino ogni volta che si è usato è un’ottima regola. E poi? Bisogna tenerlo in posizione verticale per evitare che i microbi rimangano tra setola e manico.

Non c’è solo lo spazzolino nel perfetto kit per l’igiene orale. La scelta del dentifricio è personale: cambia a seconda di chi ha denti sensibili, di chi è più esposto alla carie o al tartaro.

Avere con sé pure il filo interdentale è altrettanto importante: lo potrete passare tra dente e dente prima dello spazzolino. Manca il colluttorio, senza alcol possibilmente e al fluoro. Va usato alla fine, per sciacquare la bocca dopo il lavaggio. Naturalmente, dentifricio e colluttorio non vanno ingeriti.

Come pulire i denti

A questo punto, resta da spiegare come pulire i denti. La quantità di dentifricio da mettere sulla testina dello spazzolino deve essere piccola, dopo averla leggermente bagnata d’acqua.

I denti si spazzolano tenendo un angolo di 45 gradi rispetto alle gengive. Spazzolate in modo verticale oppure circolare, partendo dalle gengive per arrivare alla parte finale della dentatura. Ogni zona va spazzolata per circa 15 secondi.

Ai molari, lo spazzolino va usato in posizione perpendicolare rispetto alle labbra. Le setole dunque vanno appoggiate su questi denti e poi mosse dall’interno verso l’esterno della bocca.

Non abbiamo ancora finito. Anche la lingua va spazzolata, il che evita di avere un cattivo alito. In commercio ci sono i puliscilingua, ma vanno bene anche le setole dello spazzolino.

La lingua è una parte delicata, dunque si deve procedere in modo delicato. Ancora 30 secondi per risciacquare con il colluttorio. Poi è il momento di pulire lo spazzolino per togliere i residui di dentifricio.

Se volete sapere quando è meglio lavare i denti, di sicuro la mattina dopo la colazione e la sera prima di andare a dormire. Dopo i pasti, ma non subito dopo. Il lavaggio medio dura due minuti.

È consigliabile pulirsi i denti anche dopo aver bevuto caffè, tè o vino rosso, che possono macchiarli. Infine, l’igiene orale non sostituisce i controlli periodici dal dentista, ogni sei mesi o un anno, per togliere tartaro o carie.

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Estetica dentale: la mascherina invisibile meglio dell’apparecchio

Se stai cercando un modo per migliorare l’estetica dentale, sappi che oggi non è più obbligatorio mettere l’apparecchio per il giusto allineamento dei denti, con conseguente perdita di fascino del sorriso.

Esistono infatti le cosiddette mascherine invisibili che raddrizzano i denti storti senza aver alcun impatto sull’estetica dentale. L’applicazione di fili a placchette metalliche, tra l’altro, crea problemi pure per l’igiene orale quotidiana.

Ora non è più necessario, però. Niente fili, attacchi fissi. Un po’ come la rivoluzione che arrivò con le lenti a contatto al posto degli occhiali. L’allineamento diventa ‘invisibile’, ‘trasparente’. E’ una terapia nuova e chi ti sta intorno non se ne accorgerà che ti stai sottoponendo a questo procedimento. A oggi sono già circa sei milioni i pazienti che sono stati trattati in questo modo e che hanno avuto successo. Con la mascherina invisibile si risolvono anche altre problematiche: affollamento, spaziatura, alcune specie di morso aperto e incrociato.

Come funziona la tecnica della mascherina trasparente per l’estetica dentale

Il funzionamento di questa tecnica è semplice. Si rilevano le impronte dei denti, si fanno le radiografie e le fotografie; poi, medico e paziente si siedono attorno alla scrivania per scegliere gli obiettivi da raggiungere per avere un sorriso splendente.

Qui l’odontoiatra esegue la sua diagnosi, inviata ai laboratori che realizzano gli allineatori personalizzati. Il tutto facilitato dal digitale, dalla grafica 2D e 3D che permette agli odontoiatri di guardare una sorta di filmato tridimensionale attraverso il monitor di un computer. Viene proposta ogni fase degli spostamenti dentali e infine il risultato finale in modo virtuale.

Ha innumerevoli vantaggi la mascherina trasparente, che può essere tolta per mangiare o per lavarsi i denti. Ogni due settimane avviene la sostituzione con la nuova. Il motivo? Si prevede lo spostamento dei denti di 0,25 millimetri in questo lasso di tempo. Solitamente, la durata del trattamento va dai 7 ai 18 mesi. Gli allineatori vanno tenuti almeno 20 ore al giorno. Ogni mese avviene una visita di controllo.

Parlavamo dei vantaggi. Sono mascherine comode da indossare, l’aspetto estetico migliora nel silenzio di chi sta intorno, non ci sono fastidi a lingua e guance come accade con l’apparecchio. E ancora: non ci sono problemi nel parlare, se non per poche ore dopo la prima maschera applicata. Ci si lava quotidianamente i denti con spazzolino o filo interdentale. Si può mangiare tutto quello che si vuole. La terapia ha un unico limite: può essere fatta dai 13 anni in su, quando sono presenti i denti permanenti.

In definitiva, vi ritroverete con gengive e denti sani. Con masticazione e pronuncia migliori. Comfort e struttura dentale sempre in ordine. Il trattamento migliora la postura generale grazie alla cura dell’occlusione. Infine, potete sorridere fin da subito. E niente è più bello di questo.

I migliori specialisti di estetica dentale sono a Perugia.

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Ceramiche, incollaggio allo smalto: ricerche e novità

Ceramiche dentali

C’è un procedimento che permette di ripristinare il tessuto perso e i dentisti lo conoscono. Significa incollare in modo efficace e a lungo termine le ceramiche allo smalto dentale.

L’effetto non solo è duraturo, ma anche piacevole alla vista. Diventa, quindi, molto importante la superficie della ceramica che deve essere incollata, diversa da caso a caso.

Ci sono ceramiche adesive (vetrose) che possono essere trasformate in porose applicando acido fluoridrico e, successivamente, silanizzate, creando anche un’adesione chimica.

Le ceramiche come la zirconia non possono invece essere rese adesive perché con esse non si può usare l‘acido fluoridrico, né silanizzate in quanto non hanno silice. Una ricerca recente si è posa come obiettivo di fare dei test di trazione sull’adesione allo smalto bovino di disilicato di litio, zirconia e composito polimerizzato in laboratorio.

I materiali utilizzati sono stati condizionati secondo letteratura e incollati poi con un cemento composito duale.

Questa l’operazione che è stata compiuta: disilicato di litio, sabbiatura, Hfl per 20 secondi, silanizzazione, zirconia Lava, sabbiatura, zirconia cubica Noritake, sabbiatura e primer con Mdp composito, sabbiatura e silanizzazione.

Con quali risultati?

Il disilicato ha ottenuto il valore più alto di adesione, poi ecco la
zirconia trattata con Mdp (con valori di molto superiori a quella non trattata). Valore sorprendentemente basso, invece, per il composito polimerizzato in laboratorio.

Quali le conclusioni a cui sono giunti gli studiosi?

Il primer contenente Mdp risulta determinante per far aderire la zirconia; la zirconia per manufatti monolitici, così trattata, può prolungare il suo utilizzo a restauri adesivi dopo test clinici e ulteriori ricerche. Gli studi in vitro, infatti, hanno ancora parecchi limiti.

Ulteriori test diranno agli esperti se il materiale di cui sopra potrà essere davvero un’alternativa alle ceramiche vetrose, che hanno sì caratteristiche estetiche favorevoli, ma anche una resistenza meccanica minore.

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Idropulsore dentale: che cos’è, come si usa, le controindicazioni

L’idropulsore viene chiamato anche idrogetto o doccia dentale. Come funziona?

I pazienti cercano prodotti innovativi, tecnologicamente all’avanguardia, per l’igiene orale. Tra gli altri, si possono segnalare gli idropulsori dentali, con doppia funzione.

Migliorano l’aspetto estetico della dentatura, togliendo le macchie e gli inestetismi, ma rimuovono anche i batteri per la salute dell’intera bocca.

Gli idropulsori dentali sono utili per ridurre il rischio della formazione di tartaro e per togliere i residui dei pasti. Bisogna sapere che questi, se non vengono tolti entro 18 ore, diventano placca batterica calcificata.

E a soffrirne non sono solo i denti, ma pure le gengive, che si gonfiano reagendo così al tartaro. L’idropulsore dentale, inoltre, ha una funzione massaggiante per la gengiva.

L’idropulsore viene chiamato anche idrogetto o doccia dentale. Come funziona? Utilizzando l’azione pulente del getto d’acqua pulsante, generato da una pompa, viene indirizzato lungo il solco gengivale e lo spazio interdentale.

In questo modo, si puliscono anche le zone più difficili da raggiungere, quelle tra dente e dente. Qui lo spazzolino non riesce ad arrivare, qui si forma più frequentemente la carie.

Se si hanno gengive particolarmente sensibili o se sono infiammate, è meglio non usare troppo la pressione dello schizzo e utilizzare acqua né troppo calda né troppo fredda. Eventuali traumi potrebbero generare sanguinamento, recessioni, tasche gengivali e, in qualche caso, anche ascessi paradontali.

Studi scientifici hanno dato all’idropulsore la stessa efficacia al filo interdentale nel rimuovere la placca, il sanguinamento gengivale e l’irritazione.

Ma quali effetti negativi ha una scarsa igiene orale?

L’alitosi, che crea disagio al lavoro e in tutti i contesti sociali; il mancato equilibrio naturale della flora orale, la salute della gengiva che finisce per incidere in modo pesante sulla salute di tutta la bocca.

Naturalmente, l’igiene dentale è poi fondamentale per mantenere la dentatura bianca, ma soprattutto in salute. Specialisti e dottori vedono naturalmente con favore questa ritrovata attenzione per la bocca e per i denti.

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Uso del laser in odontoiatria: corso di formazione il 29 settembre a Roma

Laser in odontoiatria

Sabato 29 settembre, dalle 9.30 alle 13, a Roma, appuntamento per tutti coloro che vogliono interfacciarsi per la prima volta con il mondo del laser e delle sue applicazioni e della chirurgia.

‘La più elevata precisione al servizio di clinica ed estetica – Corso introduttivo all’utilizzo del laser in odontoiatria’, questo il titolo del corso di formazione, a cura di Matteo Olivi, laureato in Odontoiatria all’Università ‘Victor Babes’ di Timisoara nel luglio del 2013, nonché membro della Società di Endodonzia e della Società italiana di odontoiatria infantile.

Già autore di numerosi articoli scientifici nel campo dei Laser. Certificato all’uso del laser a diodi, certificato all’utilizzo della tecnica PIPS (Er:YAG laser).

È libero professionista in Roma dove esercita attività clinica e di ricerca in particolare nel campo dei materiali e delle nuove tecnologie in Conservativa, Endodonzia ed Odontoiatria Estetica. La partecipazione al corso è gratuita. Chi ci sarà, riceverà un attestato di partecipazione.

Il programma della giornata | Laser in odontoiatria

Questo il programma della mezza giornata.

Per la sessione teorica: principi di funzionamento e campi di applicazione del Laser a diodi, basi scientifiche del Laser in odontoiatria, proprietà fisiche del Laser, componenti base di un Laser e tipologie di Laser utilizzati in odontoiatria, modalità di trasmissione ed emissione della luce Laser ed effetto di bio stimolazione, interazione della luce Laser con i tessuti umani, normative di sicurezza nell’impiego dei Laser, approfondimento sulle applicazioni del Laser in chirurgia (frenectomia, cisti, incisioni, ascessi, gengivectomia, epulide) e implantologia (scopertura dell’impianto, perimplantite).

Sessione pratica: applicazioni cliniche in odontoiatria, patologie di interesse chirurgico di più comune riscontro nel cavo orale, uso dei laser a diodi nella chirurgia dei tessuti molli, laser a diodi in parodontologia e implantologia, protocolli clinici e discussione finale.

Sul sito www.umbra.it è possibile trovare il modulo di iscrizione al corso, da inviare in segreteria (la sede di Fil. Umbra è via Guelfo Civinini 25/D 00141 Roma), anche via mail (filiale.rm@umbra.it).

Si può anche contattare il proprio agente Umbra. La pre-iscrizione è obbligatoria. Per informazioni si può contattare simona-bartolucci@umbra.it (telefono 075.50.69.023).

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